Ti ho visto in un sogno.
Ti ho sentito in un bisbiglio.
Ti ho sfiorato in un respiro.
Rimani ancora lì, dietro questo angolo.
Ci sono quasi…
Adesso ti afferro.

Ti ho visto in un sogno.
Ti ho sentito in un bisbiglio.
Ti ho sfiorato in un respiro.
Rimani ancora lì, dietro questo angolo.
Ci sono quasi…
Adesso ti afferro.
E io resterò qui a guardarti,
ad ammirarti,
mentre tu andrai per la tua strada.
Chissà dove ti porteranno le tue ali!
Chissà quanto in alto ti faranno volare!
Il cielo limpido esalterà la tua bellezza.
Ma io spero con tutto il cuore che tu possa trovare anche qualche nuvola….
Spero che tu trovi quelle bianche, e ti perdi per un attimo in questo spazio leggero silenzioso.
E anche quelle rosse, per non smettere mai di sorprenderti
E anche qualche nera, tutta arrabbiata, così ti fa scaricare dalla polvere inutile.
Vola, vola, vola amore mio!
Io resterò qui a guardarti.
Erdhi serish tetori me shirat.
Lahen syte e mi,
Perkedhelen faqet e mija.
Pellgje krijohen rreth meje.
Jane portale per ne boten e deshirave.
S’me mbetet gje tjeter vec te hidhem e te kercej;
te bej sikur jam femije.
E gezimet e nje te shkuare te kaluar do te vijne te me perqafojne.
October and its rains are back
My eyes are being washed
My cheeks are being caressed.
So many ponds around me.
They are portals to the world of desires.
All I can do is jump and dance;
pretend to be a child.
And the joys of bygone days will come to embrace me.
Cade giù leggera.
Accarezza le case,
accarezza le strade.
Cade giù leggera.
Lava i colori,
lava le tristezze.
Cade giù leggera.
Bacia i miei occhi,
bacia la mia pelle.
La mia finestra vuole raccogliere fiori.
La mia finestra vuole correre per i prati.
Invece se ne sta ferma.
Non se la sente di lasciar soli i muri.
Prenderebbero freddo.
Si bagnerebbero molto.
La mia finestra allora se le disegna sui suoi vetri i fiori.
Si allarga e diventa una porta.
Per far correre liberi la luce e il vento
Sapessi tu le stanze della mia anima!
Se ne stanno una dentro l’altra.
Giocano a nascondino.
Giocano a pallone.
Giocano tutto il giorno.
Io le trovo tutte.
Le visito tutte.
Le carico di ricordi.
Le carico di pensieri.
A volte rimango incastrata
A volte rimango leggera.
Chissà dove sta casa mia?
Ricordi e memorie svegliatevi
e illuminatemi la via.
Chissà dove sta l’anima mia?
Desideri e passioni svegliatevi
e fatemi volare
Turbolenze pronte a scaricarsi.
Oscurità che si alza piano piano.
Io, piccolo fiorellino in mezzo.
Profondità che nasconde grandi segreti
Castelli che crollano e affondano
Io, piccola onda silenziosa in mezzo.
Quando ero piccola, a causa di un difetto congenito all’occhio e la mancanza degli occhiali appropriati, venivo sempre vista come un po’ strana. Negli anni 90, nell’Albania post comunista essere un bambino con gli occhiali era una rarità. A volte, in modo scherzoso (almeno così dicevano, perché io di scherzoso non ci ho mai trovato nulla) mi chiamavano quattrocchi. Gli occhiali diventarono così un oggetto solo da casa. I miei dicevano sempre “Qui dentro siamo noi stessi.”
Per poter “vedere” veloce anche io come tutti i bambini, ho iniziato a riconoscere velocemente forme e colori. Pur non vedendo chiaramente i visi ero comunque in grado a riconoscere le persone.
Ecco, la fotografia non è fotografare, ma come vedere il mondo. In realtà è un linguaggio. Ognuno di noi inizia questo percorso in una tenera età e le cose che fotograferà saranno inevitabilmente le cose che già conosce…
La luce fa entrare desideri,
Che dolcemente mi avvolgono
E mi illuminano.